giovedì 12 maggio 2016

Cerbero

Cerbero è una fiera orribile, rappresentata con tre teste. Raffigura una sorta di cane rabbioso e deforme che lancia dei latrati assordanti. La sua funzione è quella di guardiano del girone dei golosi. Cerbero non si limita ad assordare le anime ma le graffia, le scuoia e le fa a pezzi.
Virgilio per rabbonire il mostro, prende della terra e la lancia dentro le sue bocche; Cerbero si calma e in questo modo Dante e Virgilio possono continuare il viaggio.




Cerbero: il cane a tre teste

Canto VI Inferno: vv 7-33


Io sono al terzo cerchio, de la piova
etterna, maladetta, fredda e greve;
regola e qualità mai non l’è nova.
      Grandine grossa, acqua tinta e neve
per l’aere tenebroso si riversa;
pute la terra che questo riceve.
      Cerbero, fiera crudele e diversa,
con tre gole caninamente latra
sovra la gente che quivi è sommersa.
      Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
e ’l ventre largo, e unghiate le mani;
graffia li spirti, ed iscoia ed isquatra.
      Urlar li fa la pioggia come cani;
de l’un de’ lati fanno a l’altro schermo;
volgonsi spesso i miseri profani.
      Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo,
le bocche aperse e mostrocci le sanne;
non avea membro che tenesse fermo.
      E ’l duca mio distese le sue spanne,
prese la terra, e con piene le pugna
la gittò dentro a le bramose canne.
      Qual è quel cane ch’abbaiando agogna,
e si racqueta poi che ’l pasto morde,
ché solo a divorarlo intende e pugna,
      cotai si fecer quelle facce lorde
de lo demonio Cerbero, che ’ntrona
l’anime sì, ch’es ser vorrebber sorde.


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